L‘aquila reale (Aquila chrysaetos ) è appartenente alla famiglia degli Accipitridi. Essendo la specie più comune, è diventato il rapace più comune e viene molto spesso chiamato semplicemente aquila.
Con una lunghezza di 74 – 87 cm; la coda misura dai 26 ai 33 cm e con un’apertura alare di 203-240 cm è considerato uno degli uccelli più grandi.
Le sue parti superiori sono di color bruno castano, con penne e piume copritrici più pallide, le parti inferiori sono di color castano scuro, la testa invece è di color castano dorato. A questa caratteristica si riferisce il secondo nome “chrysaetos“,che in greco vuol dire “aquila d’oro”. Il colore del piumaggio varia a seconda dell’ età, in genere raggiunge la maturità intorno al quinto anno di vita.
In volo ha ali sollevate e spinte leggermente in avanti. L’Aquila reale è uno dei più potenti uccelli rapaci del mondo; la robusta struttura le consente di attaccare con successo prede spesso più pesanti di lei e nonostante la mole imponente possiede un volo assai agile. Possiede potenti artigli con cui afferra alcuni mammiferi di cui si nutre, il forte becco le consente non solo di uccidere animali di taglia medio-piccola, ma anche di aprire carcasse di grandi animali già morti.
Un tempo l’aquila reale viveva nelle zone temperate dell’ Europa, nella parte Nord dell’Asia, nel nord America,Nord-Africa e Giappone. In molte di queste regioni l’aquila è oggi presente solamente sui rilievi montuosi, ma nei secoli precedenti nidificava anche nelle pianure e nelle foreste. È assente in Islanda e Irlanda dove è in corso un tentativo di ripopolamento con 35 uccelli rilasciati dal 2001. In Italia è presente sulla dorsale appenninica e sull’arco alpino, in rilievi della Sardegna e della Sicilia. Il limite nord dell’areale dell’aquila sono le Isole Svalbard (81°N).
Il modo di cacciare delle aquile in alcuni casi è molto particolare; un aquila vola bassa per spaventare la preda che può essere un mammifero o un rettile, mentre un altra aquila dall’alto ne vede gli spostamenti e attacca per catturarla,però la maggior parte delle volte l’aquila caccia da sola, usando la sua incredibile e sviluppata vista per adocchiare le prede. Ci sono leggende che dicono che in passato alcune aquile sono state in grado di cibarsi anche di bambini, volpi e angnelli, però come detto questa è una leggenda, poichè possono trasportare fino al nido prede di non più di 2 kg.
Il maschi e la femmina di aquila rimangono fedeli l’uno all’altro per tutta la durata della vita. Una volta formata la coppia creano nei dintorni una decina di nidi , da cui si spostano continuamente. Generalmente il nido viene creato ad una quota inferiore rispetto al’altitudine di caccia per evitare di trasportare la preda catturata a grandi altezze.
Affascinante, invece, il volo del rituale di accoppiamento che avviene nel periodo di marzo: la cosiddetta danza del cielo, che dura per vari giorni, entrambi gli individui si esibiscono in spettacolari evoluzioni che spesso la femmina compie in volo rovesciato mentre il maschio sembra piombarle sopra, o con scambi di preda in volo o giri della morte.
Una volta avvenuto l’accoppiamento c’è la deposizione delle uova che a seconda della temperatura può avvenire tra gennaio e maggio. Dopo n periodo di cova di circa 40-45 giorni durante il quale il maschio è poco presente , vi è la schiusa delle uova e il maschio ritorna ad essere più attivo e presente per portare il cibo alla femmina e ai piccoli, dei quali solitamente solo uno sopravvive.
Spiccano il primo volo dopo 70-75 giorni e dopo circa 170 giorni dalla nascita diventano indipendenti e trasportati dai genitori fuori dai confini del territorio, diventando nomadi, fino all’età di 3-6 anni, quando ormai in grado di procreare costruiranno un nuovo nucleo familiare.
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